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Nel suo discorso annuale alla comunità finanziaria, il presidente della Consob, Paolo Savona, propone i ‘bond di guerra’: di cosa si tratta?
L’attuale “vicenda sanitaria” è paragonabile a una “fase bellica”, e come tale va trattata soprattutto dal punto di vista finanziario: occorrono quindi obbligazioni statali in grado di finanziarla e supportare l’attuale crisi.
A chiedere l’emissione di 'bond di guerra' è il presidente di Consob Paolo Savona nel suo discorso annuale alla comunità finanziaria. L’ex ministro dell’economia ritiene che questo tipo di obbligazioni potrebbe riconoscere un tasso di interesse esentasse pari al massimo dell’inflazione (2%) che la BCE non vuole oltrepassare nel medio termine.
Le condizioni del mercato del risparmio italiano e le manifestazioni di solidarietà sociale che si sono susseguite nei due mesi di lockdown richiedono adesso una risposta concreta.
Per questo motivo è lecito chiedere “ai cittadini risparmiatori di partecipare nel loro interesse” alla difesa del paese.
Di qui la proposta di emettere “obbligazioni pubbliche irredimibili”
Che cosa sono i titoli irredimibili?
Sono titoli perpetui, che pagano periodicamente gli interessi, ma non vengono mai rimborsati.
Si tratta di titoli di stato emessi per la prima volta nel dopo guerra, sono quindi un vero e proprio strumento di economia di guerra.
Se ad esempio tu decidi di acquistare 100 euro di questi titoli, lo Stato ti riconoscerà gli interessi a vita, probabilmente gli interessi saranno senza tasse, ma fondamentalmente i tuoi 100 euro non li riavrai più indietro.
Ma perché i cittadini dovrebbero essere invogliati a sottoscrivere un titolo che non viene mai rimborsato?
“Nel loro interesse”, spiega Savona, per “impedire che costi e vincoli possano essere imposti al Paese se non si raggiungessero il bilancio tra debito pubblico e Prodotto interno lordo (PIL), nella misura concordata a livello europeo”.
Purtroppo, come molti ormai sanno, il nostro Paese è fortemente indebitato, e questo debito negli ultimi mesi è salito ancora di più, nell'intento di reperire le risorse finanziarie necessarie ad affrontare l’emergenza Covid (maggiori spese sanitarie, cassa integrazione, sovvenzioni a fondo perduto a famiglie, imprese e professionisti).
Contemporaneamente il PIL (la ricchezza prodotta dall'Italia), sempre a causa dell’emergenza sanitaria, e quindi del blocco di tutte le attività, è fortemente diminuito.
Di conseguenza il divario tra Debito e PIL sta aumentando sempre di più fino a diventare insostenibile, e prima o poi l’Europa ci chiederà di sanare questo scompenso proprio come è accaduto anche per la Grecia.
E’ per questo che come soluzione viene proposta la sottoscrizione di 'titoli a fondo perduto’, che andrebbero a sanare, almeno in parte, il Bilancio dello Stato.
Si precisa che la sottoscrizione “sarebbe volontaria” ma, “se i cittadini italiani non sottoscrivessero questi titoli” contribuirebbero a creare “le condizioni per una maggiore imposizione fiscale” (d’altra parte il debito pubblico, in qualche modo, deve essere ripagato!).
Emettere titoli irredimibili, infine, viene considerata “una scelta dai contenuti democratici significativi”. Essi infatti, se sottoscritti, “limiterebbero i rischi per il futuro del paese e, di conseguenza, gli oneri sulle generazioni future”.
Personalmente più che un investimento, questa a me sembra una vera e propria ‘Tassa Patrimoniale’.
Dare soldi allo Stato senza riaverli indietro …… a voi che cosa sembra?
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