Ricordo con grande affetto mio nonno, un contadino con la ‘C’ maiuscola: ricordo il suo orticello, con tutti quei solchi e quei monticelli così perfettamente allineati tanto da sembrare un quadro dipinto ad olio.
C’erano anche i filari delle viti, gli olivi, gli alberi da frutto; ogni pianta grande e piccola perfettamente al suo posto, curata e seguita perché nel tempo potesse dare i suoi frutti.
Mio nonno sapeva che ci sarebbero state stagioni propizie e raccolti abbondanti, ma era consapevole che avrebbe dovuto affrontare anche inverni freddi ed estati tanto calde, gradinate improvvise e momenti di grande siccità, che avrebbero compromesso buona parte del raccolto.
Non per questo si scoraggiava e lasciava il suo terreno incolto: con pazienza e fiducia, continuava a seminare, sapeva che il tempo avrebbe permesso alle piante di riprendersi e fare nuovi frutti.
Qualche volta, quando andavo a fargli visita, mi faceva sedere, mi strizzava un occhio e mi diceva:
“Aspettami qua che ti porto la ‘mancia’, ieri sono stato in Banca a prendere i frutti”.
I frutti erano gli interessi riscossi sui suoi risparmi messi da parte con tanta fatica: forse, nella sua profonda, antica saggezza, aveva inconsciamente capito che il ‘mestiere’ del contadino e dell’investitore hanno molti punti in comune.
Proviamo a fare un confronto:
Tanto per cominciare non esiste un orto “standard”, gli orti sono tutti diversi, a seconda dei gusti e dei bisogni.
Allo stesso modo non esiste un portafoglio standard, che va bene per tutti.
Ciascuno ha il suo profilo di rischio e orizzonte temporale, i suoi progetti e obiettivi da raggiungere, così la struttura del portafoglio dovrà rispettare tutti questi diversi elementi.
Nell’orto, come negli investimenti, niente deve essere lasciato al caso:
Le piantine vanno collocate nel terreno al momento giusto e organizzate con un certo ordine, per permettere una migliore irrigazione e drenaggio del terreno.
Non andremo mai a piantare una singola pianta, ma un numero sufficiente a garantirci un buon raccolto di ogni ortaggio nei vari momenti di maturazione.
Allo stesso modo, per avere un portafoglio efficiente e con rischio minore è fondamentale diversificare e decorrelare, attraverso una selezione accurata dei migliori strumenti finanziari (titoli, fondi e polizze) che lo andranno a comporre.
Come il bravo contadino, che ha ben scelto le sue piantine e ha ben diversificato, avrà sempre qualcosa da mangiare, anche negli anni di gelo e siccità, anche l’investitore con un portafoglio efficiente, potrà mitigare le perdite negli anni più difficili, riuscendo ad accumulare nel tempo un rendimento maggiore.
Saranno necessari monitoraggio, cura e interventi continui, che garantiranno frutti più abbondanti, ma non potranno scongiurare improvvise gelate o grandinate fuori stagione.
Stiamo vivendo anni difficili tra guerra, pandemia e inflazione: chi se li sarebbe mai aspettati nel ventunesimo secolo?
Cosi come la natura ci ha insegnato che non può piovere per sempre, la storia ci ha insegnato che tutto passa!
Sono passate guerre mondiali, crisi finanziarie e politiche e grandi pandemie; il mondo continua ad evolversi e a progredire nonostante tutto, sostenendo i mercati finanziari che tra alti e bassi continuano a crescere.
Possiamo allora paragonare l’inverno meteorologico ai momenti di calo di mercato, momenti in cui il terreno si riposa e prende forza per una nuova stagione e l’economia prende fiato per una nuova espansione.
Sono momenti in cui i prezzi scendono in modo repentino, sono i momenti degli ’SCONTI PAZZI’, ed è facile fare affari.
Proprio come quando ha piovuto tanto e il terreno è diventato particolarmente fertile il contadino saggio approfitta per seminare, anche noi possiamo approfittare dei momenti di calo per investire sui mercati finanziari!
Comprando a questi prezzi possiamo essere certi che i frutti arriveranno!
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Silvia Morelli
Consulente Patrimoniale
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